Polifollia (la mia vita è una bacheca

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“Nel migliore dei casi, la monogamia è il desiderio di trovare qualcuno con cui morire; nel peggiore è una terapia contro il terrore di essere vivi. Le due varianti vengono facilmente confuse.”

Adam Philips

Mi siedo. e mi chiedo. a quale metà appartengo io? terrore di essere vivi. direi. decisamente. terrore che non basti. terrore che non serva. terrore che ferisca solamente.

C’è chi reagisce a questo terrore dandosi alla monogamia. Non comprendo perchè, ma capisco il motivo. Io reagisco dandomi alla poligamia. Alla bulimia. Alla insaziabilità. Promiscuità sessuale. Alla poli-hobbistica. Anche al polilavoro, in realtà. Leggo più di un libro alla volta. Studio più di una materia alla volta. Amo più di un uomo alla volta. Vivo più di una vita sola. O almeno, è quello che provo a fare.

Lo faccio per terrore? Certo. Lo faccio per puro, sanissimo terrore. Terrore di non vivere abbastanza. Di lasciarmi sfuggire qualcosa. Di tormentarmi in punto di morte per non aver gustato a sufficienza tutto il tempo che mi è stato concesso, tutte le persone che ho incontrato, tutti gli angoli del mondo su cui ho appoggiato lo sguardo…. A volte mi ritrovo sommersa dall’elenco delle cose che desidero fare. Ho una bacheca di sughero, in casa, a cui appendo tutto ciò che è “To do”. La lista è lunga. Il tempo è poco. Ritagli di giornale, foto di luoghi da visitare, biglietti di persone da conoscere, eventi a cui partecipare, corsi da seguire, libri da studiare, trasmissioni da registrare. Voglio più di quel che posso avere. Desidero più di quanto io possa conquistare. Ambisco a più di ciò che potrò mai ottenere. Ma non posso farne a meno. Riempio gli spazi vuoti appendendo impegni, sottolineando date e luoghi. I pezzi di carta si accumulano, uno sull’altro. Ingialliscono alla luce del sole. Si consumano e si sgretolano per il continuo attrito con l’aria.

Ecco. la mia vita è un po’ come la mia bacheca. Sovraffollata di cose da fare. Sempre sul rischio del tracollo psicologico-morale, schiacciata sotto il peso delle mancanze e sotto il costo delle rinunce. A volte mi sembra di annaspare, di non farcela a stare a galla. Di avere troppo a cui pensare e troppo poco spazio per gustare. Di perdere pezzi per strada. Più che poligamia direi che è polifollia. Nulla è mai abbastanza. Niente sembra avere mai insito in sè la scritta “Fine. Riposati pure qui”. A volte mi sento come una bacheca. In corsa folle. Ma immobile.

Esiste una maniera alternativa di condurre questa frustrante vita mortale? Io non credo. Esiste un modo, per evitare che sia frustrante? C’è una soluzione, a questa polifollia? Io non credo. Ne vedo sulo una: lottare. Dormire almeno 7 ore per notte, per essere ben sveglia appena spunta il sole. Lavorare per due. Vivere per tre. Scopare per quattro. Viaggiare per… beh… uno…. questioni economiche 😉

Ho una vita poli. Nel senso di polivalente. Allungo le mani su tutto, sperando che qualcosa tra le dita mi rimanga, in grado da consolarmi in punto di morte. In fondo, vorrei ritrattare la frase che fa da Incipit a questa pagina.

La poligamia è una terapia contro il desiderio di esser vivi. O è il terrore di non esserlo abbastanza.

3 commenti

  1. Ciao S.
    La tua voglia di “tutto” senza limiti è qualcosa che conosco molto bene, c’è chi lo nasconde e chi lo afferma senza vergogna.
    Bulimia di cibo, di affetti..perché accontentarsi di poco quando puoi avere di più e sempre di più???
    Però non ti fa star male? Intendo non essere mai soddisfatti, vivere con la sensazione costante che NON È MAI ABBASTANZA. Io mi ci sono ammalata, perché poi si passa alla dipendenza, di sesso o di amore, di cibo. E le dipendenze nonostante al momento generino molto piacere, possono anche distruggerti…
    Un abbraccio.
    Elly

    • sai. me lo sono chiesto tante volte anche io. e la risposta è sempre: accontentarmi mi farebbe stare molto più male. e no, non è una dipendenza. è un piacere. sempre. infinito. e doloroso. come tutto nella vita. eros&thanatos. in coppia. sempre.

      • Dici che la tua vita è come la tua bacheca, sempre piena di cose da fare. Però pensaci, non sarebbe bello riuscire a godere di quello che fai senza pensare già a quello che non hai ancora fatto? Oppure riuscire a godere di un uomo senza pensare che non ti basta? Oppure riuscire a godere della lettura di un libro senza dover già pensare “che noia ne devo iniziare un altro”?
        Io volevo cambiare e ci sono riuscita. Anche io pensavo che accontentarmi mi avrebbe fatto stare più male ma ti giuro che una volta che riesci a star bene con quello che hai, a farti bastare le cose che possiedi raggiungi uno stato di pace indescrivibile!

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