L’INIZIO

Cominciamo dall’inizio. Perchè, c’è un inizio? Può darsi che sì. Può darsi che la storia inizi tra le pagine dei miei diari. Da piccola, ricordo distintamente di aver scritto, in un momento di immensa e lungimirante lucidità: “ non sarò mica una p….?”. Proprio così lo scrissi. 8 anni e non ero in grado di sillabare una parolaccia, di cui però avevo afferrato a pieno il significato.

Una puttana è una donna a cui non basta ciò che ha. Dicesi troia, una donna che si scopa in maniera libera e libertina chiunque desideri, di qualsiasi sesso, religione, età e condizione affettiva. per denaro o per molto meno. dicesi troia anche una donna che, pur scopando un unico uomo, dà evidenti segnali di desiderarne molti molti altri…. mandando in bestia l’unico detentore apparente dell’immenso potere di infilarle dentro il suo regale uccello. infine, dicesi troia una donna che pensa solo ed esclusivamente al proprio interesse. In ogni momento. Ed in ogni luogo. Praticamente: io.

Perciò, tecnicamente, la risposta a quella domanda che mi posi trent’anni fa tra le righe del mio diario segreto…. tecnicamente è “sì”. O per miglior chiarezza e precisione, come dice la mia migliore amica “sì, sono una troia. E allora?”

e allora parliamone. un uomo saggio mi ha detto un giorno, camminando su una spiaggia, che secondo lui esistono due categorie di donne: le fighe lesse e le troie.

ecco. il problema qui è sempre lo stesso, è inutile nascondersi dietro ad un dito: gli uomini desiderano le troie.

Ahahahaha. Già vi vedo, che scuotete la testa. Falsi moralisti. Parafraso, attentamente, un aforisma facebookiano: gli uomini che fanno dei moralismi sono per la maggior parte degli ipocriti. Le donne che fanno dei moralismi sono per la maggior parte brutte. Ahahahaha. Vi svelo un segreto: il sesso e la riproduzione sono ciò che muove il mondo. E non venitemela a raccontare, di castelli, cavalli bianchi, promesse di amore eterno ed eterni struggimenti. Non me la menate con il “e vissero per sempre felici e contenti”. Perchè le favole servono a raccontarsela. Ma io sono una pragmatica e cinicissima biologa. Tecnicamente, il sesso è contemporaneamente la causa e lo scopo della nostra esistenza. Non esiste NESSUNA PROVA DEL CONTRARIO. E se esiste, si è estinta millenni fa insieme all’amore platonico. Tutto quello che sopravvive, sopravvive grazie ad una alta fitness biologica. Tradotto in italiano: sopravvive quello che ha scopato di più. Per stare terra terra.

Dicevamo? Ah sì. Gli uomini desiderano le troie. E qui sta il gap, che dà ragione a tutti e torto a nessuno: l’uomo ti desidera troia, ma vuole che tu sia solo la sua troia. Ecco, fantastico. Questa espressione dovrebbero metterla nei manuali di grammatica, alla voce “ossimoro” assieme a “ghiaccio bollente” e “sudare freddo”. La “sua troia” è una contraddizione di termini. il sostantivo troia di seguito ad un aggettivo possessivo singolare NON E’ UNA COSTRUZIONE SEMANTICAMENTE CORRETTA. Non è tecnicamente possibile: non posso essere contemporaneamente una troia nel tuo letto ed una pudica ragazza monacale appena metto fuori il piede di casa. Non è tecnicamente possibile. Se ti piaccio per i miei sguardi, per il modo che ho di muovermi, se ti ho attirato con il modo che ho di vestirmi e di sottolinearmi gli occhi come se stessi sempre facendoti un pompino…. se di me hai apprezzato le acrobazie, tra il letto il divano e il lavandino del bagno, se adori quando ti slaccio i pantaloni mentre sei alla guida e se sei rimasto piacevolmente sorpreso dal numero di posizioni in cui posso comodamente scoparti mentre contemporaneamente guardo allo specchio il tuo riflesso dentro i miei occhi, beh….. non puoi non chiederti dove l’ho imparato. Quindi sì. Sono una troia. E allora?

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